Viviamo in un'epoca dominata dalla sfiducia - scrive su Concita De Gregorio su Repubblicahttps://www.repubblica.it/autori/concita_de_gregorio/ - in cui persino l’evidenza viene messa in discussione. Il sospetto è diventato un riflesso automatico, perché tutto sembra guidato dall’interesse e dal profitto. La politica, ormai ridotta a un mercato, premia chi decide in solitudine, mentre la democrazia appare lenta e superata. Chi non trova spazio in questa logica si ritira, e così l'astensione elettorale cresce, lasciando il campo libero a chi sfrutta la rabbia e il disincanto.
Tuttavia, esiste ancora una parte di società che crede nei valori e nella cura reciproca, per cui ciò che è giusto vale più di ciò che è conveniente. Sono persone spesso derise come "borghesi" o "buonisti", che lavorano, guadagnano il necessario e vengono insultate da chi sfrutta la retorica populista. È proprio questa parte della popolazione che deve ritrovare il coraggio di esserci e farsi sentire, senza lasciarsi paralizzare dalla paura.
Essere presenti è un atto di resistenza. La scena conta più del retroscena, la verità dell’evidenza deve tornare ad avere forza. Di fronte all’incertezza del presente e alla crisi della sinistra, ciò che serve non è solo ragionare, ma anche agire: alzare la mano, prendere parola, riappropriarsi dello spazio pubblico. L’Europa non è solo chi governa, ma chi partecipa. La semplice forza dei corpi, degli “ingenui” che credono ancora nella democrazia, può cambiare le cose.
Foto. Attraversare. Free public domain CC0 photo.