L’attuale scenario politico internazionale - scrive Ezio Mauro su Repubblica - è segnato da un ribaltamento radicale dell’ordine democratico e dell’idea stessa di pace. La destra, con Donald Trump come principale interprete, agisce attraverso una costruzione ideologica che trasforma la realtà, imponendo un nuovo paradigma basato sulla forza e sull’interesse immediato. Trump ha saputo trasformare la sua sconfitta elettorale in un mito insurrezionale, ridefinendo il concetto di potere in senso verticale, concentrato nelle mani di un leader carismatico e svincolato dai tradizionali equilibri democratici.
In questo contesto, la sinistra si trova di fronte a un compito complesso: deve riuscire a proporre un’alternativa credibile a questa nuova destra, capace di attrarre consensi non solo in nome della resistenza ai populismi, ma anche attraverso una visione chiara di futuro. La sfida centrale è quella della pace, che non può essere concepita come un semplice rifiuto del conflitto, ma deve fondarsi su giustizia, libertà e rispetto del diritto internazionale. La sinistra ha già dimostrato di poter incarnare questa posizione attraverso il sostegno all'Ucraina contro l’aggressione russa, riconoscendo la distinzione tra aggressore e aggredito e promuovendo un’idea di pace basata sulla difesa dei principi democratici.
Tuttavia, il panorama globale si complica ulteriormente con il progressivo ritiro dell’impegno americano in Europa e la crescente influenza di potenze autoritarie come la Russia e la Cina. Trump, prospettando la fine della protezione statunitense per gli alleati europei, autorizza implicitamente Putin a ridisegnare i confini secondo logiche imperiali. In questo scenario, la questione del riarmo europeo non può più essere elusa: non si tratta di una contraddizione rispetto alla pace, ma di un passo necessario per garantirla. Se la democrazia è sotto attacco, essa deve sapersi difendere, dotandosi di strumenti militari adeguati e di un’autorità politica capace di affrontare le crisi con decisione.
L’Europa, dunque, non può restare passiva. Deve assumere un ruolo più incisivo nella politica internazionale, rafforzando le proprie capacità difensive e ridefinendo il proprio peso strategico. La sinistra ha il compito di guidare questo processo, evitando sia il pacifismo ingenuo che l’inerzia di fronte alla minaccia autoritaria. È necessario riconoscere che oggi la spinta verso l’innovazione e il cambiamento sembra essere monopolizzata dalla destra, con il suo mix di promesse futuristiche e volontà di dominio. Per contrastare questa egemonia, la sinistra deve proporre una visione altrettanto ambiziosa, fondata sulla costruzione di un’Europa forte, democratica e capace di difendersi.
In definitiva, il mondo sta subendo una trasformazione profonda, in cui la democrazia non può più essere data per scontata. La sinistra ha la responsabilità storica di proteggerla e rilanciarla, trovando un equilibrio tra il sostegno alla pace e la necessità di un riarmo difensivo. Ignorare questa sfida non sarebbe solo un errore politico, ma un vero e proprio tradimento dei valori che la sinistra dovrebbe rappresentare.
Foto: la Guerra e la Pace di Picasso, Vallarius 1953